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Politica

Elezioni a Napoli, Di Maio sconfitto da Costa: ora è fuori dal Parlamento

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Se c’è qualcuno che esce con le ossa rotte da queste elezioni, quello è Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e leader di ‘Impegno Civico’, che ha ottenuto 41.743 voti contro i 67.936 di Sergio Costa del Movimento 5 Stelle, il quale vince la corsa all’uninominale nel collegio Napoli U02, che abbraccia i quartieri di Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo, Posillipo, ma anche il centro storico, Chiaia e Mercato.

Invece, arriva terza Maria Rosaria Rossi, sostenuta dal Centro-Destra, che ha ottenuto 38.515 voti. Infine, si piazza al quarto posto di questa speciale classifica la ministra Mara Carfagna, con i suoi 12.144 voti.

Cercola

Cercola, minacciava gli elettori di farli perdere l’alloggio se non lo votavano

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Gli elettori venivano intimiditi facendo leva sulle case popolari dove vivono, sull’eventualità che l’elezione a sindaco del candidato “sbagliato” potesse determinare «una cacciata generale». 
È quanto emerge dall’inchiesta, dei carabinieri e della Dda di Napoli, sotto la guida dei pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano, che ha fatto luce sul voto di scambio politico-mafioso a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle amministrative del maggio 2023.

In una conversazione intercettata dai militari, a parlare sono due dei sette arrestati e una donna: si tratta di Giovanni de Micco, di sua figlia Giuseppina, e di una elettrice che cercano di spaventare per costringerla a votare il loro candidato.

Lo scorso 6 maggio sono finiti in carcere Antonietta Ponticelli, figlia del boss ergastolano Gianfranco, risultata essere rappresentate di lista a dispetto di una condanna per associazione mafiosa; Giuseppina De Micco, 50 anni; i fratelli Sabino e Giusy De Micco, 25 e 30 anni; Salvatore Capasso, 45 anni, e Pasquale De Micco, 51 anni. Ai domiciliari per Giovanni De Micco, 75 anni, padre di Giuseppina.

(fonte: il Mattino)

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Politica

Caso Giovanni Toti, parla Salvini: “Per lui dimettersi sarebbe una resa”

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Il leader della Lega nonché Ministro d’Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, ha così parlato in relazione alle accuse di corruzione a carico del governatore ligure Giovanni Toti:

“Dimettersi sarebbe una resa dal mio punto di vista. Perché domani qualunque inchiesta, avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco. Non sono nelle condizioni di suggerire niente a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore. Ritengo che in Italia e in tutti i Paesi civili chiunque sia colpevole, se condannato nei tre gradi di giudizio, non basta un’inchiesta. Lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocemente la possibilità di farlo”.

Rincara la dose il responsabile dell’organizzazione di FdI Giovanni Donzelli, che ha così dichiarato:

“Credo che prima di parlare di elezioni ci debbano essere i tempi necessari. Toti dice che non ha nessun coinvolgimento, diamogli il tempo di dimostrarlo. Noi chiediamo massima chiarezza in questo caso, come l’abbiamo chiesta in Puglia e Piemonte. Massima attenzione, perché quando si parla della cosa pubblica ci deve essere la massima trasparenza. Abbiamo avuto in passato la nostra sindaca di Terracina che è stata arrestata e scelse di dimettersi. Poi non è stata nemmeno rinviata a giudizio, su richiesta della Procura”.

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Politica

Nordio parla a Gratteri: “Possiamo avere idee diverse, ma siamo d’accordo sull’assoluta indipendenza della magistratura”

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto durante la cerimonia d’insediamento di Maria Rosaria Covelli quale nuovo presidente della Corte d’Appello di Napoli, parlando delle recenti dichiarazioni del Pm Nicola Gratteri sull’alto valore della giurisdizione:

“Vorrei salutare il mio amico Nicola Gratteri e dirgli che possiamo anche avere idee diverse su tante cose, ma su una siamo assolutamente concordi: sull’alto valore della giurisdizione, sull’assoluta indipendenza della magistratura e sull’assoluta autonomia del Pm. Su questo nessun dubbio è consentito. Ho esercitato per 40 anni la funzione e, io per primo, sento l’esigenza di riaffermare con forza e sincerità che mai e poi mai il Pm sarà soggetto al potere esecutivo, quali che possano essere le riforme”.

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